lunedì 19 dicembre 2011

Perchè la musica influisce sul nostro benessere??

Credo che nessuno possa contestare il potere benefico della musica sulla nostra mente, sul nostro corpo e sulle nostre performance. ma perchè questo accade? Non è necessario indagare sulle frequenze e su complesse onde sinusoidali, è tutto molto più semplice. Si è appena concluso il convegno a Lipsia "neuroscienze e musica", i dati sono straordinari. Viene smentito "l'effetto Mozart", secondo cui i brani del compositore austriaco - e solo i suoi - potenziano le capacità intellettive e aiutano i malati di Alzheimer. Gli studi del Dott. Glenn Schnellenberg, dell'Università di Toronto hanno dimostrato che il presunto effetto Mozart sarebbe da ricondurre a un potere più generico della musica, che è capace di rilassare e di migliorare umore e performance, a patto che piaccia ed emozioni l'individuo. Lo stimolo uditivo, insomma, quando viene percepito come gradevole, aumenta il benessere e le nostre performance. ma la domanda rimane...perchè???
Perchè la musica agisce sul cervello, seppur rilassandolo, come una vera e propria ginnastica, quindi un doppi effetto benefico.
Uno studio dell'American psycological association, afferma che comporre e fare musica stimola la produzione di nuove sinapsi grazie all'aumento di sinapsina. Sono stati effettuati studi su un campione vastissimo di individui e il risultato è stato inequivocabile: chi praticava musica o semplicemente amava e ascoltava spesso musica, ha concluso i test psicolattitudinali in tempi molto più rapidi degli altri, oltre a dimostrare una comprensione e un apprendimento maggiore. Ovviamente sulle lingue straniere questo effetto viene amplificato ulteriormente. Non sono dati che considero sorprendenti, anche perchè rispecchiano perfettamente una persona a me molto cara, che oltre a produrre performance straordinarie, è realmente fonte di un'intensa energia positiva. Naturalmente gli studi si sono spinti ben oltre, andando ad analizzare il cervello sottoposto a sedute di ascolto.  La nostra mente reagisce alla musica con l'attivazione di alcuni centri del piacere, una reazione che avviene anche durante le cosiddette "attività gratificanti", come mangiare, diverteirsi e ovviamente l'attività sessuale. Vorrei anche far notare che il suono è in forma astratta, non ha un valore biologico come il cibo o il sesso per esempio, eppure anche le reazioni alla musica sono ben definibili ed identificabili, in quanto alterano in modo percettibile il battito cardiaco e il tono muscolare. Ad un gruppo di studenti è stata fatta ascoltare della musica particolarmente "emozionante" in modo da provocare i brividi e la pelle d'oca, quindi analizzato il cervello tramite tomografia: gli emisferi cerebrali coinvolti erano differenti a seconda di quanto gli studenti fossero appasionati di musica, e ancora diversa era la reazione cerebrale se aviverla  un musicista
Mi fermo qui, non voglio diventare troppo tecnico. ma spero di avervi avvicinato alla musica

venerdì 16 dicembre 2011

TUTTE LE FREQUENZE DEL BENESSERE....SCEGLIETE QUELLA CHE PREFERITE

Clicca sul link:

http://www.youtube.com/watch?v=wp94yq22uDk&feature=related

Esattamente come l'ago puntura, ultrasuoni o altre discipline orientali, certe frequenze liberano i canali energetici. Vengono utilizzate specifiche frequenze per curare, rilassare. Certamente non sono tutte fregnacce, quindi consiglio di tentare. Questo ovviamente spiega l'importanza della musica nella nostra vita!
Ogni elemento che vive nel nostro corpo irradia una vibrazione o frequenza che può effettivamente essere misurata in hertz (Hz). In effetti tutto ha una frequenza elettrica. La definizione di frequenza è: il numero di occorrenze di un flusso di corrente ripete al secondo.
La frequenza nel corpo di una persona 'sana' è naturalmente diverso da qualcuno che non è sano. Una frequenza di un uomo sano è nel range di 62-72 Hz e quando si scende a livelli più bassi è quindi soggetta alla frequenza di varie malattie . Raffreddore e influenza Iniziamo ad un livello di 58 Hz e inferiori, mentre il cancro appare ad una frequenza di 42 Hz.  Gli scienziati hanno scoperto che ogni malattia ha una frequenza diversa, che è sempre all'interno di un intervallo definito. Pertanto, nella somministrazione di un trattamento di frequenza, le cellule malsane o malati sono guariti reagendo a livelli molto precisi di frequenze, mentre le cellule sane in quella stessa area non sono interessati.
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Anche nei centri benessere realizzano massaggi sonori della durata di un'ora, efficaci come quelli meccanici, e in certi casi ovviamente di più.

Ditemi che ve ne pareeee

Sfrutta le frequenza BENEFICHE

Clicca sul link:

http://www.youtube.com/watch?v=_ybjIGfztvk&feature=related

Queste frequenze dovrebbero addirittura interagire e rendere beneficio alle ghiandole e al fisico...a me in  realtà mi aliena più che altro ma...vorrei provaste!!

domenica 11 dicembre 2011

perle della Domenica

…Secondo alcuni autorevoli testi di aereonautica il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso proprio del corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.”



"Non esistono limiti alla mente se non quelli che noi stessi le imponiamo"
Napoleon Hill

"Il nostro limite più grande non è costituito da ciò che vogliamo e non siamo in grado di fare, ma


da ciò che non abbiamo nemmeno considerato di poter fare."

Igor Sikorsky

Bandler
Guardate bene cosa sta realizzando quest'uomo!
Sta scalando una parete rocciosa, a mani nude.....con una gamba sola!

 

venerdì 9 dicembre 2011

"Vengo attaccato da due sette opposte - gli scienziati e gli ignoranti. Entrambi ridono di me, chiamandomi 'il maestro di danza delle rane'. Eppure io so di avere scoperto una delle più grandi forze della natura."Galvani, lo scopritore dell'elettricità

Fa riflettere questa frase, chissà in quante altre occasioni è stata asserita..eventi assolutamente impensabili e al di fuori della nostra comprensione, apparentemente folli e incompatibili con la nostra relatà fisica, ma che si sono rivelati reali e assolutamente indispensabili per la nostra evoluzione.
Vi riporto il passaggio topico di un articolo di Nature:

Senza muovere alcuna parte del corpo, alcune scimmie sono state in grado di sfruttare la propria attività elettrica cerebrale per controllare il movimento delle mani di un avatar virtuale, entrare in contatto con degli oggetti e, al contatto, di distinguere i differenti tipi di trama che li caratterizzavano.

Questo significa innanzitutto che gli individui gravemente paralizzati potranno usufruire di un esoscheletro robotizzato che, non solo gli permetterà di muovere nuovamente gli arti con la sola forza della mente, ma anche di avere un feed-back dal mondo esterno, esplorare e sentire la consistenza degli oggetti.

Capirete quanto questo sia pazzesco, quanto i nostri limito socio-culturali ci impediscano di usufruire della nostra mente nel modo migliore, per raggiungere obiettivi ad oggi vissuti con angoscia e paure, a volte addirittura visti come irraggiungibili. io ne sono una prova vivente ma questa è un'altra storia.
Da ora in poi dedicheremo i nostri sforzi, soprattutto all'interno di questo blog, per capire come esercitare la mente al fine di ottenere risultati sorprendenti, affrontare serenamente gli eventi. Diventerà fondamentale capire che siamo noi e nessun'altro a decidere, istante dopo istante, come ci sentiamo e cosa vogliamo!

lunedì 5 dicembre 2011

Un filo unico..scienza quantica e buddismo

Vorrei, prima di tutto, scusarmi per l'impossibilità di farvi leggere correttamente i "commenti" ma...le impostazioni non rispondono!! Ho il blog anarchico!!! Rimedierò al più presto.
Dopodichè..questa sera mi soffermerò, tramite questa piccola parentesi, sul legame tra buddismo e scienza, e sugli sviluppi di questo connubio. Vorrei  riportare qualche passaggio di un testo: "La via di mezzo della conoscenza. Le scienze cognitive alla prova dell'esperienza" . Ho trovato alcune parti sul net, aiuta a chiarire alcuni concetti e...ad aggrovigliarne altri, ma mi piace!! Avrei centinaia di temi da approfondire, è un  mondo così ampio e intrecciato da diventare più coinvolgente, e sconvolgente, di un thriller.

"Ci sono crescenti indicazioni che il buddismo possa esercitare un'influenza importante e produttiva sulla scienza moderna [...] Le scienze della vita si sono sviluppate enormemente nel corso degli ultimi cinquant'anni. Un ramo fondamentale di esse è lo studio della mente, della funzione cognitiva, degli affetti e dei fenomeni mentali correlati, in cui le scienze del cervello (o neuroscienze) svolgono un ruolo centrale. Un'insolita confluenza di discipline puntano i loro microscopi sulla natura della conoscenza, delle emozioni e dell'azione. Le nuove scienze hanno rapidamente abbracciato lo studio della mente come oggetto scientifico e hanno consentito alla scienza moderna di accostarsi a questa impresa con un rigore e una precisione senza precedenti.
Per effetto di queste ricerche di frontiera la scienza si è andata gradualmente risvegliando a una tematica che, fino a poco tempo fa, sembrava 'non-scientifica': lo studio della coscienza stessa. Può uno studio scientifico della mente omettere quella realtà che è sempre presente agli esseri umani, cioè la loro propria esperienza? Cos'è la coscienza? In che rapporto sta con altre capacità mentali generate dal cervello, come la visione, l'emozione, la memoria? Quanto flessibile è il potenziale del cervello nel soddisfare i bisogni umani in medicina e nell'educazione?
Questa 'rivoluzione' della coscienza ha messo in evidenza il fatto che lo studio del cervello e del comportamento richiede un complemento altrettanto disciplinato: l'esplorazione dell'esperienza stessa. È qui che il buddismo ci si offre come una straordinaria fonte di osservazioni riguardanti la mente umana e l'esperienza: osservazioni accumulate nel corso dei secoli con grande rigore teorico e, cosa ancor più significativa, con precisi esercizi e pratiche per l'esplorazione individuale. Questo tesoro di conoscenze è un sorprendente complemento per la scienza. Mentre l'affinamento materiale dei metodi scientifici è impareggiabile negli studi empirici, il livello esperienziale della scienza occidentale è ancora immaturo e ingenuo in confronto alla lunga tradizione buddista di studio della mente umana.
Il luogo d'incontro naturale fra scienza e buddismo è perciò una delle più attive frontiere della ricerca attuale. La posta in gioco sta nel comprendere come mettere insieme i dati provenienti dall'esame interno dell'esperienza umana con la base empirica che la moderna neuroscienza cognitiva e affettiva può fornire. I resoconti in prima persona ottenuti mediante le tecniche meditative non sono una pura 'conferma' di dati che la scienza è comunque in grado di acquisire: essi ne sono invece un complemento necessario. 
[......]
Due implicazioni fra loro correlate del dialogo fra scienza e buddismo riguardano la nostra comprensione della flessibilità comportamentale e neurale e lo sviluppo di interventi specifici per la promozione del benessere psicologico e fisico. La scienza cognitiva e la psicologia moderne fanno determinate ipotesi riguardo alle norme che governano il funzionamento mentale e ai limiti entro cui un cambiamento di tale funzionamento è possibile. Per esempio, nell'ambito cognitivo si ritiene normativo che un individuo non sia in grado di mantenere l'attenzione concentrata su un singolo oggetto per più di qualche secondo. Nell'ambito affettivo l'emozione della rabbia viene considerata come una reazione normativa che emerge naturalmente quando i nostri scopi sono ostacolati. Il buddismo ci insegna che entrambe queste assunzioni riguardo al 'modo di operare normale' degli esseri umani sono fallaci e che con l'addestramento (cioè in meditazione) può prodursi un'evoluzione significativa di queste capacità. Tale prospettiva rappresenta una sfida importante per gli scienziati occidentali e rimette in gioco alcune delle nostre convinzioni profonde sulla 'natura' del comportamento umano. Inoltre il buddismo specifica in dettaglio i metodi che permettono una tale evoluzione. Questo terreno d'incontro può dunque fornire un impulso cruciale per il superamento della concezione occidentale della fissità delle funzioni mentali, sollevando nel contempo l'esigenza di nuove ricerche per esplorare la capacità di trasformazione di funzioni biocomportamentali ritenute un tempo elementi immutabili del nostro paesaggio mentale.
La tecnologia esperienziale della meditazione e delle pratiche a essa correlate offerta dal buddismo sta avendo un impatto significativo sulla medicina moderna e sugli interventi psicoterapeutici. I dichiarati effetti benefici di queste pratiche sulla salute e sul benessere mentale e fisico hanno catalizzato seri sforzi per analizzarne i meccanismi. I dialoghi del Mind and Life Institute hanno dato vita a ricerche che hanno messo in evidenza cambiamenti sia nel cervello sia nella funzione immunitaria per effetto della meditazione. Questi lavori contribuiscono alla reintegrazione del cervello nel contesto del corpo, mostrando come i mutamenti cerebrali abbiano effetti a cascata sul sistema immunitario, sul sistema nervoso autonomo e sul sistema endocrino, che sono tutti implicati nella salute e nella malattia.